
BOLOGNA, 15 MAGGIO 2009 - Si parla di Emilia-Romagna e il pensiero va subito a mare, vacanze, cibo buono, gente cordiale, Maranello e la sua Ferrari. E poi? Poi dietro quel mare e quei tortellini c'e' un territorio che l'immaginario collettivo abbina alla produzione di vini freschi, leggeri, poco impegnativi. L'Enoteca Regionale dell'Emilia-Romagna ha deciso ora di far conoscere un altro aspetto della sua realta' enogastronomica, quella dei vini di alta qualita' e lo ha fatto coinvolgendo altre 240 realta' imprenditoriali tra produttori di vino e di Aceto Balsamico Tradizionale, consorzi, cantine sociali, enti pubblici, associazioni di sommelier etc. "Il nostro obiettivo - dice il presidente dell'Enoteca Gian Alfonso Roda e' dare voce ai vini dell'Emilia Romagna, aiutarli a confrontare le proprie identita' con quelle delle altre realta' vitivinicole italiane e internazionali e creare opportunita' commerciali per i nostri associati". Mettendo per un momento tra parentesi le DOC e DOCG che regolamentano le tante varianti dei vini, i vitigni autoctoni maggiormente rappresentati nella regione sono: Barbera, Bonarda e Malvasia Aromatica di Candia nella parte nord-ovest; il Lambrusco per le province centrali di Reggio Emilia e Modena; il Pignoletto sui colli di Bologna; Sangiovese e Albana di Romagna; Fortana nel ferrarese e nel ravennale. Ad essi si aggiunge un corposo elenco di affascinanti vitigni autoctoni che caratterizzano singole zone vitivinicole e piccole produzioni tradizionali, come il Bombino Bianco che in Romagna da' vita al Pagadebit o l'Ortrugo dei Colli Piacentini. Quando si parla dei Colli Piacentini si intendono in senso stretto le quattro valli - Val Tidone, Val D'Arda, Val Trebbia e Val Nure - che fanno da collare a Piacenza. Sono colline ricchissime sia dal punto di vista ampelologico che come tradizioni e coprono una superficie di poco meno di 6.800 ettari (di cui il 98% e' collina tra i 150 e i 450 metri s.l.m.). Tra le varie tipologie le piu' famose sono quelle del Gutturnio, principale dei vini piacentini (che rappresenta quasi il 25% della produzione), e quella del Malvasia (23% della produzione). Contraltare al Gutturnio e' il Malvasia. La varieta' di Candia e' caratterizzata da un corredo aromatico davvero ricco e complesso, dove si riconoscono sentori di agrumi, frutta, fiori, note erbacee, miele, spezie e minerali (a seconda della modalita' di vinificazione). Scendendo verso sud si entra nella zona dei Colli di Parma, territorio compreso tra i fiumi Enza e Stirano, con un'altitudine che varia da 200 agli 800 metri slm. Per le sue caratteristiche geologiche e climatiche, quest'area spicca da secoli per la sua vocazione viticola. I vitigni autoctoni maggiormente rappresentati sono il Malvasia di Candia, il Moscato Bianco (spesso in abbinamento con il Malvasia) e la coppia Barbera e Bonarda di solito usate in modo complementare
Fonte: Giornale dell'Emilia romagna On-line
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