mercoledì 23 marzo 2011

Gualtieri: ‘Il nucleare può aspettare… W le energie rinnovabili!’


“Il nucleare può aspettare” è il titolo dell’incontro promosso a Gualtieri dal coordinamento Pd dei circoli della Bassa insieme ai Giovani Democratici a cui ieri sera hanno partecipato più di 200 persone. Al centro dell’iniziativa, coordinata dal responsabile Enti locali del Pd Giammaria Manghi, le energie rinnovabili, le opportunità della green economy e i rischi del nucleare. Ieri, presso la sala Falegnami di Gualtieri la consigliera regionale Pd Roberta Mori nel suo intervento ha messo in luce che la Regione Emilia Romagna già dall’ottobre 2010 ha approvato una risoluzione contro le centrali nucleari e i depositi di scorie radioattive. “Nemmeno con il nucleare – ha ricordato la consigliera – avremmo l’autosufficienza energetica, perché l’uranio non è presente nel nostro paese”. Dopo aver parlato dell’importanza del tema sanitario legato all’energia nucleare alla sua pericolosità (“non sono incidenti gestibili non c’è sicurezza gli impianti non sono gestibili”), Mori ha sottolineato che la costruzione delle centrali nucleari prevede un percorso di costruzione con tempi molto lunghi in cui il tema della gestione degli appalti va costantemente monitorato per evitare infiltrazioni mafiose.
“Occorre fare chiarezza sulle energie alternative e predisporre un tavolo sulla materia che preveda il coinvolgimento della popolazione su scelte che ricadono sulla vita delle comunità cittadine, anche per proporre una nuova cultura ed una nuova modalità di consumare”. Le due sponde del Po sono unite nell’opposizione al nucleare.
Giorgio Penazzi, vicesindaco di Viadana nel suo intervento ha detto che: “E’ importante creare una rete che colleghi il reggiano con il mantovano, il modenese e i paesi limitrofi poiché il problema non è solo di Viadana. Le centrali nucleari non sono totalmente sicure, inoltre quando si tratta di disastri ambientali nulla è impossibile.
Anche l’Italia è a rischio sismico e idrogeologico come il Giappone. La Germania ha chiuso temporaneamente 7 reattori, la Francia sta facendo incontri e dibattiti sul da farsi. Tutti stanno rimettendo in discussione le centrali nucleari che non ci rendono indipendenti dal petrolio, e sono più costose delle fonti rinnovabili.
La tragedia giapponese ha riacceso un tema sottovalutato. E’ una bomba ad orologeria vicino alle nostre case. Occorre quindi sostenere il referendum contro il nucleare indipendentemente dallo schieramento politico, per un atto di amore verso il nostro territorio”.
L’assessore provinciale all’Ambiente, Mirco Tutino ha espresso solidarietà al comune di Viadana e timore per la popolazione limitrofa. “I confini territoriali – ha detto – non sono rilevanti quando ci sono questi disastri. L’Emilia Romagna leader un tempo nei servizi sociali ora deve, partendo dai referendum, iniziare dal territorio per fornire coscienza e cultura che contribuisca al risparmio energetico. Le nuovi aree industriali oltre alle infrastrutture dovranno prevedere anche la produzione di energia autonoma. Questi sono i progetti delle nostre amministrazioni per i prossimi vent’anni.
Occorre un confronto tra la Provincia e il governo che sta riducendo gli incentivi all’energie alternative mentre ancora paghiamo le scorie nucleari in bolletta prodotte anni fa.
Arturo Tornabuoni di IREN rinnovabili, ha messo in luce come sia necessario il coinvolgimento della gente per far cambiare modello di riferimento, “Occorre quindi investire sulla la cultura del risparmio energetico”. E questo, ha continuato Tornabuoni, “E’ un ragionamento regionale che arriva fino ai comuni. Sul fotovoltaico – detto Tornabuoni – ci saranno ripensamenti e forti riduzioni degli incentivi. I nostri territori, ricchi di nitrati, vanno sfruttati al meglio con le biomasse, anche per un abbassamento dei costi degli agricoltori”.
L’On. Alessandro Bratti, responsabile Ambiente ed energia Pd Emilia Romagna, ha detto che: “Occorre lavorare in modo capillare per far passare il referendum e anche per i successivi sviluppi della politica nazionale. L’atomo nella ricerca scientifica ha avuto sviluppo come arma, le centrali nucleari non sono centrali normali. La sicurezza è il problema principale del nucleare. Non esiste un piano nucleare del governo né un piano generale energetico. Non c’è un documento e neanche un dibattito. Quale sviluppo industriale si immagina e su quali basi deve poggiare?
Il ministro Romani ha parlato della costituzione dell’agenzia della Sicurezza nucleare, ma c’è solo un consiglio di amministrazione senza finanziamenti. E’ un punto di grossa debolezza, il nucleare ha necessità di enormi sussidi di stato.
Il Giappone pur con la tecnologia più avanzata, di fronte ad un fenomeno naturale straordinario, non è riuscito nell’opera di contrasto. Occorre quindi ridimensionare le capacita dell’uomo di controllo sulla natura, fino a che punto l’uomo può modificare l’ambiente in cui vive?”
Federico Montanari, coordinatore dei Giovani Democratici, ha voluto sottolineare come la battaglia per l’affermazione delle energie rinnovabili e per il contrasto al nucleare debba essere un obiettivo comune al di là degli schieramenti politici. “Solo così – ha detto Montanari – riusciremo a cogliere nel segno e conseguire un buon risultato con il referendum”.

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