domenica 28 marzo 2010

“Rai per una notte” il giorno dopo


Rai per una notte” il giorno dopo


Il giorno dopo l’incredibile successo della manifestazione “Rai per una notte” parlano Santoro, Vespa, Bondi e Bersani. L’evento oltre ad essere un successo a livello di pubblico è riuscito a catalizzare le attenzioni della politica.
Straordinario risultato di ascolti per la manifestazione “Rai per una notte”: più di tre milioni e mezzo di spettatori medi in tv e oltre 300 mila connessioni simultanee sul web, sui siti che trasmettevano l’evento in diretta. Il dato più impressionante è sicuramente legato alle emittenti locali che in alcune regioni, come in Toscana e Lombardia, hanno superato le reti Rai. Santoro ha voluto sottolineare il fatto che Anno Zero non vuole “andare via” dalla Rai e al contrario si augura che la televisione pubblica prenda l’iniziativa come una ricchezza e un potenziale.
Dopo “Rai per una notte” Santoro potrebbe finire nuovamente nel mirino del Cda della Rai. Nel pomeriggio è andato in scena un botta e risposta fra Santoro e Bruno Vespa; il conduttore di Porta a Porta ha dichiarato: “Finora avevo dovuto chiedere alla Rai il permesso se il più innocuo dei dibattiti ai quali partecipavo veniva ripreso dalla più piccola televisione locale. Ieri sera ogni regola è stata frantumata, vedremo a questo punto se la Rai è ancora un’azienda o un posto in cui si gioca a tana libera tutti”. Santoro ha risposto: “L’unico che ha clamorosamente violato la ‘par condicio’ in Italia è Vespa” con il celebre contratto che Berlusconi firmò nel 2001 durante la trasmissione Porta a Porta.
La manifestazione svoltasi a Bologna, per il segretario del Pd Pierluigi Bersani: “dimostra che la censura nei tempi moderni è inutile, è un’assurdità, può perfino essere un boomerang”. Se al premier non piace una trasmissione – ha aggiunto – può cambiare canale, come fanno tutti i cittadini. Ma non tolga agli italiani la possibilità di scegliere”. Nella maggioranza la reazione più indignata è quella di Sandro Bondi: “l disprezzo che certi giornalisti e cosiddetti intellettuali manifestano nei confronti del popolo e della democrazia. Il loro sogno sarebbe quello di abolire le elezioni democratiche finché i cittadini tutti non siano ammaestrati alle loro false ideologie e alle loro ipocrite presunzioni. C’è da rabbrividire”.
Stefano Bernardi

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