“Rai per una notte” il giorno dopo
Il giorno dopo l’incredibile successo della manifestazione “Rai per una notte” parlano Santoro, Vespa, Bondi e Bersani. L’evento oltre ad essere un successo a livello di pubblico è riuscito a catalizzare le attenzioni della politica.
Straordinario risultato di ascolti per la manifestazione “Rai per una notte”: più di tre milioni e mezzo di spettatori medi in tv e oltre 300 mila connessioni simultanee sul web, sui siti che trasmettevano l’evento in diretta. Il dato più impressionante è sicuramente legato alle emittenti locali che in alcune regioni, come in Toscana e Lombardia, hanno superato le reti Rai. Santoro ha voluto sottolineare il fatto che Anno Zero non vuole “andare via” dalla Rai e al contrario si augura che la televisione pubblica prenda l’iniziativa come una ricchezza e un potenziale.
Dopo “Rai per una notte” Santoro potrebbe finire nuovamente nel mirino del Cda della Rai. Nel pomeriggio è andato in scena un botta e risposta fra Santoro e Bruno Vespa; il conduttore di Porta a Porta ha dichiarato: “Finora avevo dovuto chiedere alla Rai il permesso se il più innocuo dei dibattiti ai quali partecipavo veniva ripreso dalla più piccola televisione locale. Ieri sera ogni regola è stata frantumata, vedremo a questo punto se la Rai è ancora un’azienda o un posto in cui si gioca a tana libera tutti”. Santoro ha risposto: “L’unico che ha clamorosamente violato la ‘par condicio’ in Italia è Vespa” con il celebre contratto che Berlusconi firmò nel 2001 durante la trasmissione Porta a Porta.
La manifestazione svoltasi a Bologna, per il segretario del Pd Pierluigi Bersani: “dimostra che la censura nei tempi moderni è inutile, è un’assurdità, può perfino essere un boomerang”. Se al premier non piace una trasmissione – ha aggiunto – può cambiare canale, come fanno tutti i cittadini. Ma non tolga agli italiani la possibilità di scegliere”. Nella maggioranza la reazione più indignata è quella di Sandro Bondi: “l disprezzo che certi giornalisti e cosiddetti intellettuali manifestano nei confronti del popolo e della democrazia. Il loro sogno sarebbe quello di abolire le elezioni democratiche finché i cittadini tutti non siano ammaestrati alle loro false ideologie e alle loro ipocrite presunzioni. C’è da rabbrividire”.
Stefano Bernardi
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