di ALESSANDRO GOLDONI — BOLOGNA — UNA ‘PARMIGIANA’ a quattro ruote è partita alla conquista della Cina. Si tratta di Braive, rivoluzionaria vettura robot in grado di guidare da sola, brevettata e realizzata da un’équipe di ricercatori dell’università di Parma coordinati dall’ingegnere elettronico Alberto Broggi. Braive (brain drive vehicle, cioè veicolo che guida con un proprio ‘cervello’) rappresenterà l’avanguardia della ricerca italiana alla conferenza mondiale degli ‘Intelligent vehicle’ (veicoli intelligenti), in programma nella città di Xian in questi giorni. Una vetrina, quella cinese, alla quale partecipano i più grandi gruppi automobilistici mondiali, dalla Volkswagen alla Toyota, (la Fiat è stata presente in passate edizioni), dalla Renault alla Hyundai. E proprio di marca coreana è il modello di automobile che i tecnici parmigiani hanno rielaborato, permettendole di fare a meno del pilota. «Può sembrare curioso, ma solo con la Corea siamo riusciti a portare avanti questo progetto — dice Broggi — In Italia, a parte un contratto ottenuto da Magneti Marelli, non abbiamo mai trovato qualcuno interessato a investire, né a livello industriale né a livello istituzionale». Il caso più clamoroso di questa disattenzione nazionale risale al 2001. Allora i ricercatori del Vislab dell’Università di Parma misero a punto un sistema di rilevazione automatica dei pedoni da installare sui grossi veicoli militari che possono rischiare di investire passanti, per la scarsa visibilità. I contatti avviati con il ministero della Difesa italiano si rivelarono infruttuosi, e la cooperazione fu perfezionata con il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Oggi, ancora una volta, una tecnologia made in Italy, anzi addirittura made in Emilia-Romagna, patria di motori, ha buone probabilità di essere adottata prima all’estero, soprattutto estremo Oriente, che a casa nostra. E che la Braive possa fare gola per le soluzioni del futuro non c’è dubbio. Dotato di quattro telecamere a raggi laser e di un sistema ‘drive by wire’ di guida computerizzata, il prototipo, anche con un conducente addormentato, è in grado di avanzare in sicurezza nella nebbia, suonare il clacson in caso d’ostacolo, ma anche sterzare, frenare e persino inchiodare, se le circostanze lo richiedono. TRA le ultime funzioni applicate c’è quella dello stop and go. «La vettura — spiega Broggi — si ‘aggancia’ a un’automobile davanti a lei e la segue a ruota mantenendo sempre la distanza di sicurezza». Quasi naturale pensare a un utilizzo nelle code autostradali del week-end: si potrebbe fare il percorso città-mare e ritorno, giocando a tresette. La soluzione, inoltre, si può adattare ai trasporti merci: al posto di tre o quattro tir con relative guide che portano tutti la stessa merce, con lo ‘stop and go’ basterebbe un solo camion e gli altri che seguono in convoglio, con il conducente a bordo solo per verificare che tutto vada per il meglio. «Ma più che al comfort i nostri studi sono diretti a garantire sicurezza — precisa Broggi — Il 93% degli incidenti automobilistici avviene per errori umani». Fonte: Il resto del carlino |
venerdì 22 maggio 2009
E’ emiliana l’auto che viaggia da sola
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quando posso comprarla...??? potrò bere senza problemi no??? ;-))
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