Dietro la furia di Berlusconi rabbia, paura ma anche l’idea di bruciare i tempi
L’exit strategy da una stagione con tanti voti ma senza riforme né soldi
«Io non posso governare così ». E la legislatura finirà
Le ultime esternazioni berlusconiane
hanno determinato
nella maggioranza una serie di
prese di posizione non esattamente
in sintonia col premier: dopo il
forte richiamo di Gianfanco Fini
schierato a difesa del parlamento
arriva anche la messa a punto da
parte della Lega di un’ipotesi di
riforma costituzionale tesa a riportare
il dibattito nella sede più propria,
il parlamento, appunto. Altro
che legge di iniziativa popolare.
L’impressione è che il Cavaliere sia
stato immediatamente ingabbiato
e lasciato solo: neppure dal Pdl si
levano voci particolarmente forti
in difesa del premier in versione
anti-parlamento e anti-giudici.
L’altra difficoltà che è emersa con
chiarezza riguarda la politica economica.
La Confindustria chiede
riforme? E lui niente. Nemmeno
i conti tornano. Come si vede in
modo macroscopico sul problema
della ricostruzione dell’Aquila, dove
ritardi, improvvisazioni e inadeguatezze
balzano agli occhi, in
una situazione sempre più pesante
per le persone colpite dal sisma.
Mentre la campagna elettorale imbocca
l’ultimo tornante prima del
rettilineo finale, lo scenario è imprevedibilmente
cambiato e ora il
presidente del consiglio appare
molto meno baldanzoso di un mese
fa. Nel migliore dei casi, il Pdl
potrà contare su una discreta performance.
Ma è il clima generale
all’interno della maggioranza, unita
alle difficoltà nel governare, che
fanno tornare d’attualità gli interrogativi
sulla durata della legislatura.
Fonte: www.europaquotidiano.it
Nell’uso dei media e delle quasi tutti tecniche di comunicazione mediatica Il premier è indubbiamente un esperto. Dirottare l’attenzione dell’elettorato ed ottenere il consenso politico, con promesse raramente attuate. Forse la rabbia di Berlusconi è calcolata, così come demagogica è la proposta di una riforma della bicamerale. La riduzione dei numero dei parlamentari è certamente condivisibile, ma con quali fini? Fino a che punto questa proposta non nasconde il desiderio di accentramento di potere del presidente del consiglio? Se parliamo di riforme partiamo con una legge contro il conflitto di interessi, dura con Berlusconi come con chiunque altro, per svincolare la politica dalla tattica strumentale. La salvaguardia della democrazia e del potere popolare innanzitutto, per una Italia migliore, meno demagogica e più capace di confrontarsi sui temi che determinano la qualità del suo presente e del suo futuro.
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